MESSAGGIO VERSO UN ALTRO INFERNO (agli internati in Nord Corea)
di Antonio Devicienti
La versione on-line di oggi 19 febbraio del Corriere della Sera, dopo le “informazioni” relative al Festival di Sanremo e ai Giochi invernali di Soči (Laetitia Casta che “danza” in lingerie e le “belle” del curling – non sono affatto un moralista né voglio tentare di essere un moralizzatore: sarei semplicemente ridicolo, ma mi piacerebbe riflettere con serietà su questo tipo d’impostazione di uno dei nostri maggiori quotidiani e rifletterei anche su quel per me demenziale invito in calce a molti articoli di segnalare se si è “soddisfatto”, “indignato”, “triste”, ecc.), il Corriere, dicevo, informa sui risultati cui è giunta la Commissione d’inchiesta dell’ONU in Nord Corea e pubblica disegni che rendono testimonianza delle torture e delle vessazioni cui sono sottoposti i prigionieri politici nella Corea del Nord. Sono nate così le parole-messaggio che pubblico qui di seguito:

Uno dei disegni che testimoniano e documentano la violazione dei diritti umani in Corea del Nord (dal Corriere della Sera del 19 febbraio 2014).
….. ma non dicevano che non doveva più
ripetersi, che non si sarebbe ripetuto
lo sterminio programmato sistematico preciso
del Lager nazista?
E invece s’è ripetuto, più e più volte,
e ancora si ripete.
Non vi giungerà mai questo messaggio
lanciato dalla mia latitudine occidentale
verso il recinto murato cui hanno ridotto
la vostra terra.
Vi immagino legàti al muro di celle
sotterranee
nudi ed offesi.
Nessuno vi può trovare, né
liberare.
L’esistere diventato per voi
un’enorme piaga infetta.
Il corpo una sola piaga
e la mente pure.
E il vostro popolo che
abita sopra e attorno alle celle
inabissate
anch’esso recluso e terrorizzato.
Sotto la profanata terra di Corea
chilometri di corridoi
inghiottono i passi metodici degli aguzzini.
un senso di impotenza che si accompagna ad un senso di nausea, e ad una domanda: qual è l’uomo, cos’è?
grazie Antonio di questa sottolineatura
Grazie del passaggio, cara Mariangela. Esistono troppi sistemi chiusi ed incomunicanti sul nostro pianeta, troppi luoghi in cui si offende l’umano che è nelle persone.
E aggiungerei che l’abominio si ripete, sotto altre forme, anche nelle nostre città e quando certe scelte politiche tendono a de-cerebrare le persone, in primis i nostri ragazzi-studenti. La tortura e l’offesa possono essere rivolte anche alle menti soltanto.