Statale 106: Taranto-Reggio Calabria (marzo 2014)
di Antonio Devicienti
Che cosa ci fa il cielo ancora qui e l’albero al margine della statale come fa l’arroganza dei poeti a sdilinquirsi attorno a rovelli d’incomprensibili versi come fa l’ottimismo d’accatto del primo ministro di turno ad esibirsi a microfoni aperti voglio saperlo: come fa il mondo a continuare.
questa domanda è un chiodo nel cuore, e non lo puoi togliere.
grazie Antonio.
Grazie a te, Mariangela. In quest’inizio di primavera la poesia non può dimenticare che in Italia (e non solo) si uccidono a freddo anche i bambini.
La dedica è al piccolo Mimmo e a tutti gli innocenti uccisi.
Ne sono certo Antonio…
Un carissimo saluto, Christian: grazie per i tuoi passaggi da Via Lepsius; spero veramente che la poesia non venga letta soltanto da chi la scrive, ma recuperi una sua presenza nella vita della gente. Quello che mi addolora è l’assenza di reazioni all’uccisione di Mimmo; e, non lo dimentico, in Puglia si continua a morire anche mentre si lava una cisterna (è da quando ero bambino che ho memoria di episodi del genere). In Italia si continua a morire mentre si lavora o mentre si va in auto con la mamma e il papà.