poetica
di Antonio Devicienti
Ancora Reiner Kunze; durante il mio più recente viaggio in Germania ho acquistato il volumetto edito dalla straordinaria e storica Casa editrice Fischer rilegato in tela azzurrina che raccoglie le poesie edite fino al 2001 e non so più staccarmene (l’ho trovato, tra l’altro, in un bianco e luminoso atelier con le finestre affacciate sul porto di Tönning sul Mare del Nord dove ho visto incisioni e stampe opere di un’artista con la quale ho a lungo parlato proprio di Kunze e di poesia); anche stavolta la lirica è dedicata ad un poeta polacco, a sua volta studioso e traduttore di poeti tedeschi: ancora un ponte tra le lingue e tra le culture. Ho tradotto gedicht con poema pensando al poème nel senso di Char, dunque anche breve testo in versi, ma vasto e denso come un poema epico.
POETIK
Für Jakub Ekier
So viele antworten gibt’s,
doch wir wissen nicht zu fragen
Das gedicht
ist der blindenstock des dichters
Mit ihm berührt er die dinge,
um sie zu erkennen
(da ein tag auf dieser erde)
POETICA
Per Jakub Ekier
Così tante risposte ci sono,
ma non sappiamo domandare
Il poema
è il bastone da cieco del poeta
Con il quale egli sfiora le cose
per riconoscerle
Ho riletto con piacere questo testo da una raccolta, “ein tag auf dieser erde”, che mi è molto cara e dalla quale ho tradotto alcune poesie. Ho apprezzato la tua traduzione di “poetik” (dalla sezione “komm mit dem cello”), precisa, chiara e lieve, nella scelta di tradurre “berührt” con “sfiora”. Grazie, Antonio, un caro saluto,
Anna Maria
Grazie, Anna Maria. Ed hai, appunto, “toccato” proprio il luogo del testo attorno al quale più mi sono arrovellato, anche per cercare una resa non banale o non del tutto ovvia. Il tuo assenso alla mia proposta mi conforta non poco: è difficilissimo (se non impossibile) tradurre poesia e l’apparente semplicità ed immediatezza di Kunze lo sono, mi sembra, in maniera particolare: questo è uno dei tantissimi motivi per cui torno a riproporlo. Colgo anche l’occasione per dirti che la tua serie intitolata “die wunderbaren Jahre” è un punto di riferimento per me. Un caro saluto anche a te e a presto.
Complimenti per le belle recensioni di Montieri e Mugnaini alla tua traduzione di “Johanna”.
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