Otranto
di Antonio Devicienti
Quando la Canicola torna a prendere possesso dei suoi feudi
lungo un attimo (che ha durata d’eternità) le Sante e i Santi
tra finire della notte e baluginare del mattino
discendono a cavalcioni di folate d’aria infocata
lungo i muri della Cattedrale
e in una danza d’abisso mescolano
l’angoscia tutta umana del morire
con lo stare fessurato della materia.
Quanto mi piace “con lo stare fessurato della materia”.
In effetti è il verso su cui ho lavorato di più e che ho cancellato e rifatto più volte.
Un affettuoso saluto, Giovanni.
“l’angoscia tutta umana del morire”
e il rimanere
Hai ragione, Cristina, talvolta anche il rimanere è angoscia.
Grazie per il tuo passaggio.
Letta e riletta, come si fa con le migliori poesie.
una visione di pensieri in bilico nella folata