3.36 24.08.’16
di Antonio Devicienti
Che cos’è una casa? Un labirinto di stanze col tetto a volta, balconi in una città di tenerissima pietra. La luna concava della lingua italiana.
Casa è lo sguardo della mente traverso persiane accostate contro la Canicola e studio instancato e la vita che aggiunge le stanze dei giorni.
Casa non passa, ma s’addensa nella mente e nelle mani (mani che riparano una lampada, che sollecite rincalzano l’intonaco, mente che sfoglia finestre come pagine, che dice “qui” e anche “più in là” e “altrove”).
Casa è uno scaffale della libreria dove sono gli atlanti geografici.
Grazie, Antonio.
“Grazie” sono anche le Case, e spesso lo si dimentica.
L’ha ribloggato su vengodalmare.
Spero non dispiaccia ..
E perché dovrebbe dispiacere? Addolora, invece, il pensiero che per quante parole possiamo usare, esse non servono né ai morti né ai sopravvissuti. In ogni caso grazie.
Sì, ma servono almeno ad accompagnare.
“Sì, ma servono almeno ad accompagnare.”
gb