Visioni 2: Zbigniew Kosc
di Antonio Devicienti. Via Lepsius
Monaco orologiaio del Monte Athos
intorno alle culture celate e ignorate
intorno alle culture annientate dalla violenza della storia
intorno al silenzio
intorno al tempo
riparare o fabbricare orologi lungo le stagioni del Monte Athos dove la Mezzanotte scocca al tramonto del Sole e in quel momento nasce il giorno nuovo scandire la liturgia il passo della preghiera distanza una macchina per cucire isolata sul tavolo la scodella per un parco desinare l’ordine antichissimo della calce alle pareti l’escavazione del tempo nel volto e le mani – invisibili – che muovono ingranaggi e lancette mentre il capo impercettibilmente danza al mormorio della preghiera
una riflessione che nasce dalle nostre conversazioni, caro Yves, un modo per ritrovare quel filo spezzato tra Occidente, Oriente e Africa
Tutte le foto provengono dal sito di Zbigniew Kosc e sono di proprietà dell’autore.
Peut-être, cher Antonio, le fil rompu mais qu’en fait rien ne peut rompre, est-il entre les civilisations, si lointaines soient-elles, celui de la parole, dans le cœur de l’oralité, à la source de l’oralité ; celui de la parole digne, claire, simple, lente, qui bat régulièrement comme le pas du montagnard ; celui du silence puis de la reprise du souffle puis de l’émission de la vibration sonore de la syllabe et du mot et de la phrase ; celui qu’aucune pression, qu’aucune intimidation honteuse ne peut interrompre ; celui qui retrouve toujours son élan et “dit”, comme une mélodie de Mozart toujours repose sur le souffle de la voix humaine libre.
Yves Bergeret