Braccianti di Puglia
di Antonio Devicienti
… in questi giorni guardo la mia scrittura e guardo le persone che mai l’incontreranno: non ha tempo né voglia la bracciante schiavizzata nei campi di Puglia di leggere le mie elucubrazioni architettate in testi di sapiente rettorica. E la mia scrittura, continuando a dispiegarsi anche qui, anche adesso rigo dopo rigo, accade proprio mentre braccianti schiavizzate vengono umiliate nei campi della dolce Puglia dove il bel mare attende migliaia di turisti innamorati delle orecchiette e degli spaghetti con pomodoro e cozze. E mi vergogno di questa scrittura così inutile e tanto vanesia, io nipote di contadini che conobbero il fascismo e la guerra e la grande speranza degli anni seguenti: e che la Puglia sarebbe diventata altro, non questa terra d’accampamenti di schiavi, non queste cisterne colme di veleni, non lo stesso binario, sempre lo stesso dell’emigrazione – e guardandoti, o mia scrittura, voglio che tu, almeno, non contrabbandi per vere le tantissime menzognere cartoline dalla Puglia , e pretendo che tu, vergognandoti di te stessa, cerchi uno sguardo consapevole e diretto – anche se mai ti leggeranno la bracciante sfruttata, il migrante impaurito, il negoziante taglieggiato …
Quelle prose magnifique, courageuse, directe, profondément humaine !
Même si l’invasion touristique ravage la créativité populaire, même si la télévision dévore la créativité populaire, même si l’exploitation économique et sociale torture la créativité populaire, cette dernière ne peut jamais, je crois s’éradiquer. Les formes de l’oralité, poétique, épique, ironique, aphoristique, etc. restent extrêmement vivaces et indépendantes. D’ailleurs Monchoachi en cherche sans cesse les manifestations et travaille de manière très variée à les mettre en formes écrites. Ton magnifique texte sur le Salento, cher Antonio, a témoigné de cette très forte créativité populaire qui se renouvelle même sans cesse.
Ta prose de ce jour, ta prose d’il y a quelques mois sur le Salento sont-elles lues par des ouvriers agricoles des Pouilles ? Oui, petit à petit, ici et là, et on doit se dire dans une ferme le soir que, “tiens ! un écrivain de Vialepsius nous trouve grands et beaux, humbles et forts ! il écrit sur notre vitalité “.
La diffusion massive et immédiate est une affaire de télévision, immédiatement suspecte de manipulation asservissante ; la diffusion lente, progressive, à pas lents est celle des créateurs, populaires ou lettrés, et c’est toujours elle qui finalement prend le dessus.
Yves Bergeret
Cher Yves, merci!
mais je crois qu’aucun dans les Pouilles ne lit ce que j’écris – et toutefois je crois que l’écriture est essentielle à la lutte politique et sociale antifasciste et contre l’esclavage économique et spirituel dont millions d’etres humaines sont les victimes.
Queste parole sono definitive. Sono vere. Parto da Atene e arrivo sull’isola turistica. Durante il tragitto, ci sono chilometri e chilometri di neri chini sui campi a raccogliere frutta e pomodori. Non sono nemmeno più braccianti. Sono sottumanità pagata 5 euro al giorno e internata in ammassi di lamiere. Ma è bello bersi un cocktail al tramonto guardando l’Egeo. E’ così bello sapere che l’orrore è nascosto e che noi non ne abbiamo colpa. Non abbiamo colpa solo per le parole rotonde che ci divertiamo a scrivere, con tutti gli sbuffi del caso. Non c’è colpa più grande di continuare a vivere come si vive quando altri continuano a vivere come si muore.
Il destino dell’uomo
Quando dai pomodori uscirà il sangue
il destino dell’uomo sulla terra
sarà segnato
Gli animali che hanno per vita privata un continente
grattacieli d’arnie o l’insonne arabesco
saranno nei tuoi occhi come un campo da tennis
Gli ingegneri si rompono senza un grido
Avran le sere cere minuziose
sere dal volto aguzzo inesatte chimere
Sono i calici d’ombra
Sono i calici in fiamme
Il vuoto dei manichini attirerà le montagne
Vittorio Bodini