Leggende (7)
di Antonio Devicienti
… che la parola è fluido come l’acqua, come il sangue, come la luce – ch’essa scorre in questo mondotutto e tutto pervade al pari dell’aria e della luce – che la parola appartiene all’universo della musica e la musica a quello della vita – e che tutto vive – anche il sasso – che i mercanti tagliano in pezzi piccolissimi il mondo e lo vendono, pezzo dopo pezzo – per questo viene l’asfissia, questo senso di morte …
Esther Donnolo scriveva nei suoi scartafacci; ogni tanto sollevava la testa per guardare i campi coltivati di Oria e respirare traverso gli occhi quel maturare dei pescheti e dei vigneti; la linfa delle piante le raggiungeva i piedi, risaliva il corpo fino al polso e alla mano che scriveva; così le parole le si disponevano sui grandi fogli e la luce batteva, scivolava, risonava tra i tratti orizzontali e verticali delle lettere, vorticava lungo le loro curve e riccioli, tornava verso quel cielo inarcato sulla pianura e sui due mari della Terra d’Otranto.
… che le parole sono linfa per il corpo e per la mente – cadavere il corpo che non sa parole – che l’aria è colma di suono e che la nostra stessa carne è fatta di suono – a immaginarmi in una camera del tutto priva di suono, scriveva Esther, sono certa che udrei, comunque, il suono del mio corpo / e della mia mente – che questa mano che scrive ha legno del ramo quando porge frutti – che nei frutti c’è l’acqua ci sono i colori c’è la drupa del nocciolo che feconda …
(tout cela fait partie de nos réflexions communes, cher Yves…)
Donnolo est un nom de famille extrêmement proche de ceux de certaines familles de cultivateurs sédentaires du nord du Mali, les Dogons autour du village de Sanga. Ils ont une parenté assez forte avec les Toro nomus, autour du village de Koyo, deux cents kilomètres à l’est de Sanga. Ils adoreraient lire cette prose !
YB
“Donnolo” c’était le nom (Shabbetai Donnolo) d’un très savant médecin, astronome et connaisseurs de plusieures langues vécu à Oria au Xème siècle; Esther Donnolo est une invention de moi pour mettre en scène certaines réflexions qui nous sont communes depuis très longtemps, cher Yves; la communauté juive d’Oria était constituée de gens très cultivées et tolérantes.