Per Ignazio Buttitta
di Antonio Devicienti
PE ‘GNAZIU BUTTITTA:
……………………………………moi
ca te nde si sciùtu, Pueta
e Ccumpagnu, moi ca ddinthr’a chiazza
se nde scinnìu oblìo e bbrunàme
e ca puru lu ggiudice Falcone
la dinamite lu ccitìu
‘na viscilia te ‘Stàte,
e ppoi lu ggiudice Borsellino,
moi e sempre, Cumpagnu Pueta,
ccunsulazione e ccuraggiu
cuànnu leggiu ‘a vuce tua
‘nthra lla pethra scarrufata
“Ancilu era e nun avia ali
nun era santu e miraculi facìa”
Conversando con Yves Bergeret e ritrovandoci d’accordo sulla nostra comune avversione per una poesia estetizzante e solipsistica, riflettendo sulla situazione siciliana e meridionale più in generale, citavo, tra gli altri, Ignazio Buttitta, esempio sommo di poeta che, continuando la tradizione antichissima dell’oralità e del canto quale elemento di lotta politica, sapeva parlare a chiunque fosse disponibile ad andarlo a sentire nelle varie piazze in cui egli diceva le proprie poesie. Mi sono allora ricordato che, anni fa, avevo scritto qualche verso in dialetto salentino in memoria di Ignazio Buttitta, concludendo il mio modesto componimento con i versi iniziali del suo Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali.
………………………………………ora
che te ne sei andato, Poeta
e Compagno, adesso che nella piazza
è disceso l’oblio e l’ombra del fascismo
e che anche il giudice Falcone
è stato ucciso dalla dinamite
alla vigilia dell’Estate,
e poi il giudice Borsellino,
ora e sempre, Compagno Poeta,
(sento) consolazione e coraggio
quando leggo la tua voce
scavata nella pietra
“Angelo era e non aveva ali
non era santo e faceva miracoli”
Oui, la poésie de l’oralité est fondamentale et au coeur du lien humain dans les sociétés non européennes sans écriture ; mais aussi en Europe même.
Ce poème dans les deux langues, cette prose le disent en toute pertinence.
Merci !
YB
Leggo oggi questo suo “Per Ignazio Buttitta”. Mi è venuto spontaneo commentarle con questo immediato, subitaneo corteo di parole che non potevo non dedicarLe, sia per l’omaggio ad Ignazio Buttitta che per il Suo delicato ricordo.
Buona giornata,
Agostino Forte
Ciance nei solchi
Ci sono incontri che lasciano un buon sapore,
ci sono cibi impressi nella memoria
e guarda, ora,
nel sottoscala
la fotografia grande di tuo padre,
non tenerla più lì ma mettila in soggiorno,
in bella evidenza
ché quando arrivi gente dica:
quant’era bello tuo padre!
E tu dirai:
certo, come mia madre
che lui volle sempre avanti agli occhi
per non dimenticare mai
che lui era
perché anche lei fu.
Con grande commozione La ringrazio; sono contento di potermi ancora stupire per la gentilezza e generosità di chi, passando per Via Lepsius, si sofferma a dialogare. A volte ci si sente soli nel condurre una precisa e coerente ricerca di vita e di scrittura, ma più spesso, grazie a persone come Lei, no.
Le mando, per pura conoscenza, questo link http://www.recoursaupoeme.fr/critiques/deux-poètes-grecs-cavafis-et-ritsos/anonyme dove troverà due recensioni su Kavafis (Tous les poèmes – corposa) e Ritsos (a: Balcon – stringata)
Buona giornata.