Via Lepsius

pagine di Antonio Devicienti: concatenazioni, connessioni, attraversamenti, visioni

Mese: giugno, 2018

Per Aldo Braibanti

 

 

Non c’è nessuna ricorrenza particolare, quest’oggi, legata alla biografia di Aldo Braibanti – proprio per questo da qui, da Via Lepsius, desidero diventi ogni giorno un’occasione per ricordare (e rileggere) Aldo Braibanti e tutti quegli intellettuali che, confrontandosi senza sosta con la realtà politica, storica, sociale e culturale del proprio tempo, hanno avviato delle riflessioni articolate e libere e capaci di opporsi ai pregiudizi, ai fascismi, ai razzismi, all’intolleranza, alle involuzioni nei comportamenti e nel pensiero che spingono un Paese dentro un tempo oscurantista e violento.

Aldo Braibanti non vive più, ma rimangono i suoi libri e rimane il ricordo dei suoi atti, delle sue lotte, delle relazioni che ha stretto – che la sua Torre di Castell’Arquato, proprio perché antitesi alla torre d’avorio in cui si rinchiudono tanti altri intellettuali, resti simbolo d’incontro e di apertura, che la sua casa romana di Via del Portico d’Ottavia dalla quale fu sfrattato assieme alle migliaia di suoi libri s’allarghi ancora oggi ad abbracciare simbolicamente l’opera e i libri di chi, oggi, continua a battersi per un’Italia e un’Europa casa comune.

E al nuovo “ministro della famiglia” chiedo, con rispetto, se sa chi sia stato Aldo Braibanti.

 

 

Il Tratto che nomina, la Dimora del Tempo sospeso, Francesco Marotta, una traduzione collettiva

 

 

L’esperienza entusiasmante della traduzione collettiva del Trait qui nomme / Il tratto che nomina di Yves Bergeret trova nella pubblicazione del primo volume sulla Dimora del Tempo sospeso un primo approdo; ricordo che l’iniziativa è merito di Francesco Marotta, autore, tra l’altro, di una parte notevole della traduzione e supervisore della versione finale. Anche questo lavoro collettivo vuol essere un’opposizione chiara e forte alla deriva razzista e violenta in corso in Italia e in Europa.

 

 

Thomas Bernhard intorno allo sport

 

Dem Sport ist zu allen Zeiten von allen Regierungen aus gutem Grund immer die größte Bedeutung beigemessen worden, er unterhält und benebelt und verdummt die Massen, und vor allem Diktaturen wissen, warum sie immer und in jedem Fall für den Sport sind. Wer für den Sport ist, hat die Massen auf seiner Seite, wer für die Kultur ist, hat sie gegen sich […], deshalb sind alle Regierungen für den Sport und gegen die Kultur. Wie jede Diktatur ist auch die nationalsozialistische über den Massensport mächtig und beinahe weltbeherrschend geworden. In allen Staaten sind zu allen Zeiten die Massen durch den Sport gegängelt worden, so klein und unbedeutend kann kein Staat sein, dass er nicht alles für den Sport opfert.

Allo sport è stata attribuita in ogni epoca da ogni governo la più grande importanza e per un buon motivo: lo sport intrattiene e obnubila e rimbecillisce le masse, e in primo luogo le dittature conoscono bene la ragione per la quale esse sono sempre e in ogni caso favorevoli allo sport. Chi è per lo sport ha le masse dalla sua parte, chi è per la cultura ha le masse contro (…), per questo tutti i governi sono per lo sport e contro la cultura. Come ogni dittatura, anche la dittatura nazionalsocialista è diventata potente e quasi padrona del mondo grazie allo sport di massa. In ogni epoca e in tutti gli Stati le masse sono state accalappiate mediante lo sport, e nessuno Stato può essere così piccolo e insignificante da non sacrificare tutto allo sport (dal primo dei cinque volumi autobiografici: L’origine – un accenno).

 

Mi permetto di dedicare con la più grande umiltà queste parole di Thomas Bernhard al neoministro dell’Istruzione, laureato in ginnastica (con lode?).

 

 

(Segnalibri) Yves Bergeret a Praga

 

Francesco Jappelli, dalla serie “Un’altra Praga” (vedi sulla Dimora del Tempo sospeso per altre immagini).

 

Un intervento da leggere con emozione e gratitudine – da meditare; una prosa fatta di memoria, combattività, fede nell’amicizia e nella scrittura:

 

Prague, Poésie 1988-1990