Per Aldo Braibanti
Non c’è nessuna ricorrenza particolare, quest’oggi, legata alla biografia di Aldo Braibanti – proprio per questo da qui, da Via Lepsius, desidero diventi ogni giorno un’occasione per ricordare (e rileggere) Aldo Braibanti e tutti quegli intellettuali che, confrontandosi senza sosta con la realtà politica, storica, sociale e culturale del proprio tempo, hanno avviato delle riflessioni articolate e libere e capaci di opporsi ai pregiudizi, ai fascismi, ai razzismi, all’intolleranza, alle involuzioni nei comportamenti e nel pensiero che spingono un Paese dentro un tempo oscurantista e violento.
Aldo Braibanti non vive più, ma rimangono i suoi libri e rimane il ricordo dei suoi atti, delle sue lotte, delle relazioni che ha stretto – che la sua Torre di Castell’Arquato, proprio perché antitesi alla torre d’avorio in cui si rinchiudono tanti altri intellettuali, resti simbolo d’incontro e di apertura, che la sua casa romana di Via del Portico d’Ottavia dalla quale fu sfrattato assieme alle migliaia di suoi libri s’allarghi ancora oggi ad abbracciare simbolicamente l’opera e i libri di chi, oggi, continua a battersi per un’Italia e un’Europa casa comune.
E al nuovo “ministro della famiglia” chiedo, con rispetto, se sa chi sia stato Aldo Braibanti.