Paesaggi d’Italia
di Antonio Devicienti. Via Lepsius
(a mia figlia, da poco diciottenne)
Perdonami, carissima,
se non so fermare questa marea
violenta e fascista che monta, monta
con deliberata volontà
di spargere sangue.
Avrei desiderato ben altra Italia
per te che vai incontro ora
ai tuoi diciannove anni.
Sempre m’intenerisco quando
ti vedo concentrata sulla versione di greco,
impegnata a studiare i prediletti Francesi.
E anche tu senti
le rabbiose contumelie urlate
senza sosta in queste città
ormai disumanate.
Da sempre ho desiderato un’altra
Italia e un’altra
Europa –
ma non ho saputo donartele,
sognarle sì, le ho sognate
e le sogno,
ma donartele ulteriore atto d’amore
per te
e viatico dalla mia
alla tua generazione questo no:
non l’ho saputo fare.
Toccante, Antonio carissimo. Mi raccomando, però, non demordere.
Infatti questo non è un testo di resa né di rinuncia: anzi! Tradirei mia figlia se così fosse.
Hai ragione… e mi mancava il robusto controcanto della parte seconda!