Via Lepsius

pagine di Antonio Devicienti: concatenazioni, connessioni, attraversamenti, visioni

Mese: novembre, 2018

Fernand Mourlot: les Affiches

 

 

La Galerie Bordas è lieta d’invitarvi alla mostra

F e r n a n d M o u r l o t

L e s A f f i c h e s

dal 15 dicembre 2018 al 31 gennaio 2019

La mostra presenta una ricca scelta di manifesti stampati nell’atelier di Fernand Mourlot.

Mourlot e litografia sono due termini sinonimi. Sotto la direzione di Fernand Mourlot, nella stupefacente “fabbrica di aristocratici” diceva Cocteau, di rue de Chabrol, poi rue Barrault alla Butte-aux-Cailles, e a Montparnasse, Picasso, Matisse, Chagall, Miró, Braque, Léger, Giacometti, Villon, Derain, Masson, Matta, Sutherland ecc., hanno arricchito le loro espressioni proprie e l’arte contemporanea di una nuova area di ricerca. Questa ricerca includerà anche i manifesti delle mostre (Les Affiches). Nel 1930 il manifesto della mostra Delacroix è trattato, per la prima volta, come un’opera d’arte. A partire da questo momento gli artisti accetteranno di autorizzare la riproduzione delle loro opere per le mostre e, spesso, essi stessi fecero la maquette e la litografia originale dei loro manifesti.

«Parlare della collaborazione che esiste, e che deve esistere, tra artisti e litografi, resta una questione delicata; in effetti è una cosa molto importante, primordiale nel loro mestiere; è necessario che la simpatia e una reale comprensione reciproca si manifesti in ogni momento tra l’artista e il suo stampatore.»

«Ogni artista reagisce davanti alla pietra litografica come davanti alla tela bianca, forse con un po’ di emozione in più poiché deve affrontare tutte le sorprese che gli riservono la matita litografica, l’inchiostro, l’acido, ecc. Non esiste una tecnica, ma tanti atteggiamenti differenti che si possono adottare di volta in volta.»

Fernand Mourlot

 

 

G A L E R I E B O R D A S

Grafica originale – Libri illustrati

Documenti di arte moderna

San Marco 1994/B – 30124 Venezia

(vicino al Teatro La Fenice)

tel. (+39) 041 5224812

http://www.galerie-bordas.com

bordas-galerie.com

da martedì a sabato 11-13

altri giorni su

 

 

(Segnalibri): “le cose innegabili” di Nanni Cagnone

 

 

 

 

Riflessioni (1)

 

 

“Riflessioni” nel senso del “riflettere/pensare”, ma anche nel senso di “riflettersi dentro il pensiero altrui”.

Mi scrive Yves Bergeret: La langue est notre bien commun et il est strictement impossible de tricher au moyen d’elle (vale a dire: la Lingua è un nostro bene comune ed è assolutamente impossibile barare per suo tramite).

Me ne scrive a proposito di alcuni libri di scrittori europei che ha letto di recente e che già dalla prima pagina gli hanno indotto un senso di nausea perché libri chiaramente falsi e narcisistici. Mi racconta della prospettiva completamente opposta dei canti Ainu, espressione della comunità e capaci d’impiegare la parola e il canto come elementi fondanti del pensiero nel suo rapporto con la realtà.

 

 

 

I mari della luna

 

 

1. MARE IMBRIUM

Si declina così la nostalgia in una specchiera
dalla cornice a volute
e la portafinestra spalancata
sulla via che
preme per entrare
la Luna è una città il cui nome comincia
esso pure per “L”
la biografia avvio di scrittura
e tra le specchiere e il balcone c’è
il ballo di metà giugno
la scuola appena finita
l’Estate tutta davanti
e questa matita con cui scrivo è
orologio da tasca
che fa viaggiare indietro il tempo
ippogrifo per stordenti altezze
un melquíades che mi vende lanterne magiche
da accendere sotto tendoni di circo
mentre la pioggia è desiderio
negli oliveti che stringono col buio
la Cittàluna.

 

2. MARE SAUDADE

Eppure sei mia, più mia che se ti abitassi:
alla stazione Sehnsucht scendo ogni volta
che ti penso, ma abito il tuo dialetto
e me lo porto nella mente
tuttu e scusu e rùsciu te lu disìu
perché, Città-tutta-di-tufo, lo sai che
è struggersi di lontananza
nostra cifra e chiave e orgoglio
e le città dell’andanza vaticinano splendori
per la mente viaggiante
polarizzano lo zenit della danza
sono stelle cui si ancorano le navi del secolo
nel loro centro l’onda del tamburo
proviene
da ere sprofondate nel Noi
e questa matita con cui scrivo è
vicoli vertiginosi come gru di ceramica in manovra
gradini stretti avvitàti a chiocciola verso
terrazze più leggiadre degli aquiloni
una maria helena vieira da silva che mi ripete
esquecer é lembrar oublier c’est bien se souvenir
mentre risale al palato l’enigma del vento atlantico e
di un caffé bevuto sotto le volte del Rossio (o

 

3. MARE НОСТАЛЬГИЯ

era sotto lo specchiante salire delle notti
bianche in mai vissute estati della Città di Pietro?
Si può sentire nostalgia anche per quello che
non abbiamo mai vissuto, si sa e
una bicicletta appoggiata al parapetto sulla Nevà
ci attende lì da sempre
ностальгия e Fernweh
ci porterà a un ballo di fine anno scolastico
in un salone tra specchiere baltiche
e lampadari di Murano
dove
se una ragazza ti sceglie smetti
d’essere repellente citrullo e raccogli
tra le mani tutto il Regno della Luna
ma questa matita con cui scrivo è
il muro salato della mente
e un charles lloyd mentre modula Rabo de nube).

 

4. MARE PROCELLARUM

Costringimi alla scrittura, o scrittura, costringimi
a questo voler capire, cioè capĕre, prendere e accogliere,
sei capientissima
e in questo breve passaggio del mio esistere
ossessionami.
Costringimi a questa libertà, o scrittura, costringimi
alla felicità dell’abitare
la lingua
il desiderio
il ricordo
la lontananza
costringimi alla felice disperazione di non saper dire
ma di voler dire.
Riportami nella Cittàluna, o scrittura, riportami
a Sud dei libri e della radio e della psicoanalisi
lasciami oziare tra Porta Rudiae e l’Arco di Prato
estenuàti dal sole i Santi di tufo ritti sulle facciate
captino la cantilena del ritorno captino
come antenne che tra Via Palmieri
e Porta Napoli oscillano lievi specchiere.

 

 

Nuovi fascismi e libertà d’informazione

 

 

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