Via Lepsius

pagine di Antonio Devicienti: concatenazioni, connessioni, attraversamenti, visioni

Mese: dicembre, 2020

Kentridge, la danza, la processione, la musica

 

William Kentridge, installation view of More Sweetly Play the Dance, 2015, at Marian Goodman Gallery, New York, 2016, 8-channel high definition video installation, 15:00 minutes, with 4 megaphones. National Gallery of Canada, Ottawa. Purchased 2016. © William Kentridge courtesy of Marian Goodman Gallery. Photo: Cathy Carver

 

 

 

 

(Segnalibri) Testi di Inge Müller su “Le nature indivisibili”

 

 

Segnalo quest’eccellente proposta di Anna Ruchat: Inge Müller: purché io non soffochi per il troppo tacere.

La si legge nel bellissimo spazio Le nature indivisibili.

 

 

 

 

 

 

Adel Abdessemed: Hope

 

 

Adel Abdessemed: Hope (2011)

 

 

 

 

 

lungamente / e fermo tenere l’assedio (su “La dimora insonne” di Daniela Pericone)

 

 

Andrew Wyeth: Olsons, 1968.

 

Si legga il testo seguente:

Devota è l’attesa
colme di grazia crudele
le frasi – una veglia d’alberi
i minuti, li vedi agitarsi
in fitti colloqui a sfinire il cielo.
Durata di un istante
che ti precipita, basta
un niente e nessun motivo.
Un verso è precisa
menzogna, indossa vessilli
che non salvano, si nega
alle stanze, ai richiami – sfarfallio
di porte che s’aprono
e chiudono – brevità del varco
se delude la luce, tradita.
Pure trascina per vie
che non vedi, cartiglio
d’aria, tramestio da niente
e nessun motivo.
Siate lesti a slegare il sipario
ditemi blu, dimenticatemi (La dimora insonne, Moretti & Vitali, Bergamo 2020, p. 13). Leggi il seguito di questo post »

Messaggio in bottiglia

Non mi commuovono le tardive profferte di stima o d’amicizia, ma le so riconoscere per tardive e ipocrite e rispondo a esse con il silenzio che spero faccia avvertire il suo gelo, tagliente come lama (perché so che tali profferte rampollano dallo scopo che di volta in volta l’elargitore/trice vorrebbe raggiungere o da cattiva coscienza – anche se non capisco perché, talvolta, ci si rivolga proprio a me millantando calorosa amicizia e indefettibile stima: non dirigo alcuna collana di alcuna casa editrice, non sono amico di chi possa far pubblicare l’opera immortale all’amico dell’amico, non occupo alcuna cattedra universitaria et cetera…). Disprezzo i messaggi messi insieme con superficialità, detesto la disattenzione e la fretta nello scegliere le parole.
Io scrivo per gioia e per il semplice, gratuito piacere di farlo.
Non m’importa d’essere simpatico, accattivante, affabile. In molti non sanno (o non vogliono) capire.

Tί μοι σὺν δούλοισιν ;