Un’ansa del labirinto
Torno a ringraziare Carlo Sperduti che nel suo multiperso ospita la mia microfinzione Un’ansa del labirinto.
Torno a ringraziare Carlo Sperduti che nel suo multiperso ospita la mia microfinzione Un’ansa del labirinto.
Teresa Iaria, Transizione di fase IV, acrilico su tela, 2010.
Chiedo subito scusa se, ancor prima di parlare di Else Lasker-Schüler e dei testi del libro Il mio pianoforte blu (Finis Terrae/Ibis, Como-Pavia 2022), faccio dei riferimenti di carattere anche personale.
Leggo in seconda di copertina che il traduttore Michele Gialdroni ha vissuto a lungo a Tubinga, che nel 2018 ha scritto il romanzo Tubinga tragica. Guida turistica in forma di commedia (Antonio Tombolini Editore) e lo stesso Gialdroni nella nota di chiusura del Mio pianofrote blu ringrazia in particolare Moritz Baßler, professore di letteratura tedesca all’Univerità di Münster e Anna Ruchat. Ebbene, nella mia vicenda personale proprio Tubinga-Tübingen e Münster sono sinonimi d’incontro e di studio, di libere città universitarie dove la gioventù studiosa converge da tutto il mondo, luoghi esemplari di una Germania che ha saputo fare i conti col proprio passato nazionalsocialista per dischiudere un tempo presente e futuro pacifico e libero – tra poco sarà anche chiaro quanto tutto questo abbia a che fare con Else Lasker-Schüler.
Come poi sempre accade per la collana Le Meteore (diretta da Domenico Brancale e Anna Ruchat) il volume di 18 x 11 cm è pure un elegante oggetto da tenere in mano e da sfogliare, la grafica sobria e raffinata vanta spesso un’immagine in copertina di grande valore: stavolta Transizione di fase IV (acrilico su tela del 2010) di Teresa Iaria non solo richiama il blu del titolo, ma interpreta l’incandescente materia del libro con quelle accensioni di rosso aranciato in transizione da un punto all’altro dell’opera; Teresa Iaria non è nuova a collaborazioni con libri che nascono grazie all’impegno di Domenico Brancale, avendo concepito le tavole per L’ultimo miglio di tempo di Mariella Mehr (Prova d’Artista Galerie Bordas, Venezia 2021). Leggi il seguito di questo post »
Fermo immagine dal film “Le ballon rouge” (1956)
Probabilmente anche la felicità, la gioia, il piacere, così come l’infelicità, il dolore, la paura nascono da uno strazio, vale a dire da un processo di smembramento, lacerazione che conducono dal precedente a uno stato nuovo del vivere; nel libro in poesia di Massimiliano Damaggio Io scrivo nella tua lingua (Editrice Zona, Genova 2022 con traduzione a fronte in greco di Giorgia Gina Karvunaki e con una nota critica di Mia Lecomte) lo strazio di un’infanzia determinato dal rapporto con la madre e dalla personalità di quest’ultima innerva i testi in versi – ma non si pensi che si sia innanzi a un ennesimo libro che tematizza il rapporto madre-figlio perché l’arduo azzardo di Damaggio consiste proprio nell’affrontae un tema ripetutamente battuto (anche troppo, a mio avviso) e di convincere (e avvincere) chi legge in virtù di una scrittura controllatissima, cui non viene concessa la benché minima sbavatura sentimentalistica o psicologizzante e che, al contempo, apre spazi di calore umano e intellettuale, che è capace, dicendo pochissimo, di spalancare mondi, in particolare quello di un’infanzia che, anche stante il sottotitolo del libro, è stata una sfavola, una favola deprivata delle sue connotazioni sognanti e felici per diventare una storia di dolore, di precoci apprensioni. Leggi il seguito di questo post »
Un sentito e sempre rinnovato grazie a Gaetano Altopiano che nello spazio Il cucchiaio nell’orecchio accoglie diverse mie microfinzioni:
Le cantine di Lisbona (8 giugno 2022)
Herisau (17 giugno 2022)
Buster Keaton monologa con Immanuel Kant (27 giugno 2022)
Maestri fiamminghi (14 luglio 2022)
Lisbona stancato presagio (3 agosto 2022)
Il tram di Biermann (10 agosto 2022)
Un immenso grazie a Carlo Sperduti che nel suo multiperso ospita la mia microfinzione Conus marmoreus (Rembrandt 1650).