Da “Zibaldoni e altre meraviglie”: per Gianni Celati
Mi reputo una persona fortunata e privilegiata perché spesso devo tornare a ringraziare persone amiche che ospitano i miei scritti; questa volta un (nuovo ed ennesimo) grazie a Enrico De Vivo:
Mi reputo una persona fortunata e privilegiata perché spesso devo tornare a ringraziare persone amiche che ospitano i miei scritti; questa volta un (nuovo ed ennesimo) grazie a Enrico De Vivo:
Piazza Navona, notte, all’ora dei carri degli appestati, lavando con sapone e acqua i lastricati ● Borromini, Borromini, per una spirale ascensionale initium sapientiae correggendo i disegni con carboncino e sanguigna ● di androne in androne evitando il passaggio della ronda ● l’architetto ha le chiavi del cantiere: ci va talvolta a notte fonda per meditarlo assorto
Sant’Ivo, passi: a progettare l’arduo insonnia fida compagna ● un compasso, il palmo della mano, quaderno delle sospensioni, delle cadenze ● Borromini, Borromini, dei pieni e dei vuoti, della fame e della sete, della voce e del silenzio, dell’andare e dello stare ● il pensiero e la notte (il pensiero è la notte)
Sta nella luce incerta della luna e a quella tremolante della lanterna ● calcoli precisi, infallibili per l’ascensione del pensiero ● ronde di notte, addensarsi d’incubi, cani guardinghi ● Borromini, Borromini, carico di odori terrestri lo sguardo a salire, per archi: per spirali
Francisce, Francisce, nox mentem vocat, videt mens per noctem ● io io io a dissolversi: solo questa manifattura di mattoni stucchi e vetri a convergere ● è l’ora dei carri di verdurai e fioristi, debole chiarore ● (si dissolve la notte) arduo il progetto: sul foglio precisi gl’inchiostri (i vuoti).
Gaetano Altopiano ospita una nuova serie di miei microtesti:
È notevole l’eleganza stilistica e l’impostazione di pensiero dell’opera Quest’ora dell’estate (L’Arcolaio, Forlimpopoli 2022) di Carla Saracino; articolata in due parti (LA CASA, L’ESTATE), essa è un dittico di mediterraneo senso del tempo e della memoria, di greca cura dell’ospitalità e dei morti, di salentina sensibilità per la terra e i legami sia familiari che amicali; dire in poesia è, in questo libro, dire in versi (spesso lunghi e sempre armoniosi, ma mai, mai banalmente o facilmente cantabili) la nascita dell’io alla scrittura attraverso una separazione radicale e la maturazione di quell’io a un tempo e a una stagione impareggiabili perché concessi una sola volta a una sola vita che, quindi, acquista consapevolezza della preziosità e dell’irripetibilità di un tale vivere proprio secondo una visione mediterranea di destino quale assunzione consapevole ed etica di un modo preciso di condursi rispetto al mondo e agli altri. Leggi il seguito di questo post »
Torno a ringraziare per la terza volta Michael Jacobson che su The New Post-literate: A Gallery of Asemic Writing pubblica tre miei recentissimi lavori inediti: Ink and metamorphosis, Shapes, Venetian graffiti: