Le diramazioni della scrittura (su “Statue linee” di Marco Giovenale)
In Statue linee (gipsoteca (errori (diramazioni [ 2002 / 2022] (pièdimosca edizioni, Perugia 2023, Collana “glossa” curata da Carlo Sperduti) Marco Giovenale compone e raccoglie testi che direi essere stati scritti con ironia, ferocia e giocosità – la scrittura di ricerca prende anche l’aspetto di testi come questi nei quali, rispetto alle forme tradizionali di prosa (quelle, per intenderci, che vanno incontro a un gusto diffuso – e omologato e quelle verso cui e a cui pressoché tutti i potenziali futuri lettori vengono spinti e resi avvezzi dalla scuola), le ambiguità, le antinomie, le aporie, gli scarti di senso insiti nella lingua stessa e nella sua sintassi fanno imboccare sentieri inattesi che conducono a testi ironici perché è questo uno dei modi con cui Giovenale prende distanza dalla suddetta tradizione, criticandola e dimostrandone la risibile, intrinseca debolezza; si tratta di un processo che non ammette pietà, che è inteso ad additare l’inanità di tante prove perfettamente a loro agio nella sovrabbondante produzione mainstream, da qui la ferocia cui pensavo, il non voler lasciare spazio ad alcun compromesso, ad alcuna concessione a paradigmi di scrittura obsoleti e quindi inefficaci a rivelare sensi e significati; Giovenale gioca con la sintassi e con il lessico, con le categorie della denotazione e della connotazione, gioca in maniera molto seria perché le sue statue linee vengono erette e tracciate anche contro un linguaggio e contro tipi di scrittura compromessi con un sistema di potere (editoriale e latamente politico) che Giovenale da sempre rifiuta. Leggi il seguito di questo post »