Sono ormai anni che, con quella che chiamerei lucida devozione, Francesco Marotta va traducendo e pubblicando i testi (di rarissima altezza etica, politica e letteraria) di Yves Bergeret.
C’è un silenzio, c’è un’indifferenza intorno che sgomentano e indignano.
Via Lepsius, legata per un gran numero di ragioni alla Dimora del Tempo sospeso e al Carnet de la Langue-Espace, continua a riconoscersi nell’opera e nella postura etica e storica di Yves e di Francesco, amici e alleati sostanziali.
Pensare la scrittura come presa di coscienza storica e politica. Pensare la scrittura come presenza in questo tempo, malgrado questo tempo.
Sulla Dimora del Tempo sospeso e sul Carnet de la Langue-Espace è stato pubblicato l’intervento che Yves Bergeret, dietro preghiera di Francesco Marotta, ha dedicato a Lorand Gaspar: si tratta di un testo di straordinaria altezza intellettuale, etica e umana attraversato dall’affetto e dall’ammirazione per l’amico e il poeta appena scomparso.
A proposito dell’uscita presso Algra Editore del Tratto che nomina / Le trait qui nomme di Yves Bergeret scrive Francesco Marotta in una nota sulla Dimora del Tempo sospeso:
“Regalarsi questo libro, darne notizia e farlo circolare, è un atto concreto di “resistenza” contro la barbarie fascista e razzista che sta sommergendo il vecchio continente; è un omaggio a una comunità, quella dei “posatori di segni”, assediata dall’integralismo e dal fanatismo religioso; è un riconoscimento all’impegno e al coraggio di un piccolo editore che si è accollato l’onere di una pubblicazione che nessuno avrebbe mai realizzato”.