
Fotografia di Pietro Masturzo (Teheran, 24 giugno 2009).
Salire sulle terrazze e cantare un canto non rassegnato, cantare la propria presenza alla vita e al mondo.
Salire sulle terrazze della città e fotografare quel canto.
La luce bianca della grande finestra riverbera nell’imbrunire e s’immagina il rincorrersi delle voci mentre salmodiano che Allah è sommo, l’aria pre-notturna di Teheran colma di echi.
Una fotografia tesa d’armonia, bellezza di postura delle donne intese a dire il coraggio della ribellione, un’ora dello stare comune come raramente accade: concepiscono terrore di questo stare i tiranni? Sanno essi il terrore quando un popolo leva la testa?
S’intuisce anziana la donna ritta (sì: postura di potenza e bellezza) e sta lì concorde con sua figlia o nipote o nuora che modula il grido dello stare nella libertà negata e per la libertà a venire.