Pubblico un appunto che in gran parte scrissi nell’Estate del 1994 nello spazio illuminato dalla Vergine Annunziata di Antonello da Messina dentro Palazzo Abatellis a Palermo. Più di dieci anni dopo, nelle Scuderie del Quirinale, avrei reincontrato quel dipinto che non smette di suggestionarmi.

Palazzo Abatellis in Via Alloro 4 alla Kalsa di Palermo.
L’Annunziata dell’Antonello in Palazzo Abatellis è una tavola di non grandi dimensioni al centro della sala; avvolta nel manto azzurro la Vergine, il cui sguardo d’enigma abbraccia un intiero κόσμον; davanti alla donna, ma invisibile a chi guarda il dipinto, sta l’Angelo, ossia un mondo di costruzioni mentali, di artifizi, di finzioni e di simboli, di libri possibili, di autómata, di màchinae fors’anche volanti, d’immaginazioni – – : l’Angelo è una sorta di frattura nel continuum di quest’universo, il salto del quanto; vederlo significa vedere la collisione di un altro universo con il presente: Antonello da Messina dipinge l’Annunciata, ma non il Messaggero, e dipinge, bellissima, la mano di lei protesa in avanti: è il viaggiatore che guarda il dipinto (dipinto e viaggiatore fermi nel cuore di Palermo) l’Angelo stesso? sarebbe il viaggiatore stesso inconsapevole Messaggero – di chi? – – o giungerebbe egli per ricevere da lei il messaggio – per chi?
La mano della Vergine è protesa verso il libro: c’è lo spazio tra la mano e il libro. È in quello spazio che amo pensare concentrarsi la mente con una forza tale da poter e saper fissare in volto l’Angelo che sta fuori del dipinto (non è detto che quell’Angelo sia messaggero della luce né che il suo dio sia benefico come dice di essere).
Gli occhi dell’Antonello messinese nell’atto di guardare, lui occhiomentale e σοφός.
È questo, sempre e soltanto questo: compiere viaggi per guardare, pensiero descrittore e creatore di mondi, viaggi della mente attorno alle cose. È un lungo lavorio ad affinare l’arte del guardare.
Negli occhi dell’Antonello c’erano migliaia di specchi, come labirinti d’immagini e di rimandi. Nel meraviglioso spazio speculare la mente trovava accensioni senza pari.
