Via Lepsius

pagine di Antonio Devicienti: concatenazioni, connessioni, attraversamenti, visioni

Mese: giugno, 2016

Rosa dei venti

 

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(Per Fiammetta, nell’andirivieni di “dopo” e di “adesso”)

Che cos’è una casa? L’ordine mutante dei ricordi. Un racconto sospeso. Un manipolo di quaderni bambini dentro uno scatolone azzurro.

Una casa è indubitabilmente un’assenza e incolmabile lontananza.

Ci accolgono assenza e lontananza dentro stanze che diventano, così, casa.

Tornerà a colmarsi di presenza e di vicinanza la casa, pendolo instancato nell’ordine mutante del tempo.

 

 

(Segnalibri, ma è un’anticipazione) “Corre alla sua sorte” di Nanni Cagnone

 

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La foto è di Natàlia Castaldi.

 

Uscirà tra pochi giorni a cura delle Edizioni di Carteggi Letterari un nuovo libro di Nanni Cagnone. Qui da Via Lepsius esprimo tutta la mia gioia e attesa e già so che leggerò dei testi meravigliosi per bellezza della lingua italiana e sprezzatura del ritmo. I contenuti sapranno aiutarmi a traversare giorni così amari se levo gli occhi dalle pagine dei libri e fisso lo sguardo verso così vasti orizzonti di scherno e di violenza.

 

(Segnalibri) Tutte le poesie di Dario Bellezza

 

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Non m’illudo che gl’indifferenti a quanto è successo a Orlando, né tanto meno chi, pur senza avere il coraggio di dirlo, plaude in cuor suo all’omicida (il quale ha, ahimè, forse il torto di essere di fede islamica e forse affiliato dell’Isis) leggerà le poesie di Dario Bellezza: figuriamoci! Poesia? Puah! Roba da froci! (appunto).

C’è un legame molto forte tra una mentalità maschilista, sempre più diffusa e violenta in Italia, la violenza verbale e fisica che percorre ogni momento delle nostre giornate, l’omofobia e la progressiva negazione e sottrazione dei diritti individuali.

Certamente ci sono ragioni storiche, sociali ed economiche ben precise che costituiscono il sostrato molto concreto e molto nutriente di tale mentalità e delle sue conseguenze; proprio in ragione di questo gli intellettuali e gli artisti non devono rimanere in silenzio.

E ricordo che il mio è il paese nel quale Mein Kampf di Hitler è stato pubblicato senza reazioni apprezzabili, se non un ipocrita disappunto di facciata.

Non m’illudo che gli indifferenti nei confronti della strage di Orlando (quegli ammazzati erano solo froci che stavano lì a fare orge, in fondo) e che sono gli stessi indifferenti nei confronti di chi continua ad annegare nel Mediterraneo e guarda con simpatia e orgasmico consenso ai leghismi, fascismi e nazismi montanti, si mettano a leggere le poesie di Dario Bellezza: un cazzo bello duro non ha bisogno di poesia.

 

Il passato della felicità. La sigaretta
accesa dopo la congiunzione casuale
e orale. Tu nel letto a gambe semiaperte: –
incontro di materia, e il segno
della virilità ormai rimpiccolita,
tornata alla pigra quotidianità.

I critici malati d’immortalità:
regine dei giornali che sputano
sentenze mentre tu chiedi
una maglietta vecchia per andare
al mare dove non affoghi
bagnando le tue ali.

 

 

 

(Segnalibri): Anatomie in fuga di Cristina Annino

anatomie

 

Per chi, come succede a me, ama Madrid in maniera anche viscerale e vi ritorna continuamente rinnovando il proprio grande stupore e riconoscendone interi passaggi (ormai imparati a memoria) quali classici della poesia degli ultimi decenni, non può non essere motivo di nuovo stupore il libro più recente di Cristina Annino, all’interno del quale si possono ritrovare tra le tante suggestioni numerose riscritture (anche radicalmente altre) di testi già amati in Madrid, appunto (e non solo) – ma l’intero nuovo libro è, tra l’altro, un itinerario traverso testi o parte di testi e libri di Cristina che già conosciamo: ci sono re-invenzioni, ri-scritture, a conferma del fatto che per Cristina Annino la poesia è un’inesausta ricerca e non in senso teorico o come posa, ma come fattuale accadere, come superamento continuo del passato; se il testo sia lo spostarsi del pensiero-che-scrive dall’incominciamento del testo stesso andando incontro a una sua eventuale conclusione (ma concludere è idea finalistica e derivante da autoritario monoteismo e fideismo) e se possa allora essere praticabile la dislocazione del pensiero quale necessario inesauribile peripatetico andare, divagare, camminare, tornare per mutare (il portico e il suo percorso o il chiostro) e quale Wanderung traverso un paesaggio non conchiuso, ma aperto e proteso verso imprevedibili orizzonti, ebbene tutto questo è dimostrato da Anatomie in fuga. Appunto: in fuga.

 

annino

 

 

Prime ore del 2 giugno 1946

 

Corriere_repubblica_1946

 

 

Un’attardata luna sorta dalle cave di tufo
dopo la prigionia nella notte.

Luna e fanali dell’illuminazione
pubblica
si contendono storie di guerra
e di lontananza.

Le insegne nel buio come
regine scalze
ascoltano splendere
grida nei sogni dei dormienti

da un capo all’altro del continente:

nel corpo vivente dell’Italia
l’urto sbalordente in anni devastanti
ha risonanze di rabbia
e di rivolta
di speranza e di futuro.