
Non m’illudo che gl’indifferenti a quanto è successo a Orlando, né tanto meno chi, pur senza avere il coraggio di dirlo, plaude in cuor suo all’omicida (il quale ha, ahimè, forse il torto di essere di fede islamica e forse affiliato dell’Isis) leggerà le poesie di Dario Bellezza: figuriamoci! Poesia? Puah! Roba da froci! (appunto).
C’è un legame molto forte tra una mentalità maschilista, sempre più diffusa e violenta in Italia, la violenza verbale e fisica che percorre ogni momento delle nostre giornate, l’omofobia e la progressiva negazione e sottrazione dei diritti individuali.
Certamente ci sono ragioni storiche, sociali ed economiche ben precise che costituiscono il sostrato molto concreto e molto nutriente di tale mentalità e delle sue conseguenze; proprio in ragione di questo gli intellettuali e gli artisti non devono rimanere in silenzio.
E ricordo che il mio è il paese nel quale Mein Kampf di Hitler è stato pubblicato senza reazioni apprezzabili, se non un ipocrita disappunto di facciata.
Non m’illudo che gli indifferenti nei confronti della strage di Orlando (quegli ammazzati erano solo froci che stavano lì a fare orge, in fondo) e che sono gli stessi indifferenti nei confronti di chi continua ad annegare nel Mediterraneo e guarda con simpatia e orgasmico consenso ai leghismi, fascismi e nazismi montanti, si mettano a leggere le poesie di Dario Bellezza: un cazzo bello duro non ha bisogno di poesia.
Il passato della felicità. La sigaretta
accesa dopo la congiunzione casuale
e orale. Tu nel letto a gambe semiaperte: –
incontro di materia, e il segno
della virilità ormai rimpiccolita,
tornata alla pigra quotidianità.
I critici malati d’immortalità:
regine dei giornali che sputano
sentenze mentre tu chiedi
una maglietta vecchia per andare
al mare dove non affoghi
bagnando le tue ali.